giovedì 20 agosto 2009

Riflessioni...estive ma non troppo

E' passato un po' di tempo...

Non ho grandi novità da scrivere se non alcuni piccoli - grandi avvenimenti e alcune riflessioni che i ritmi del riposo estivo aiutano a elaborare.


Il giorno del mio onomastico ho offerto un pranzo ai miei parenti. Casualmente a tavola eravamo proprio in 8 quello che nell'arte del ricevere è ritenuto il numero perfetto, ovvero il numero massimo di commensali che permetta di sostenere un'unica conversazione, cosa che spesso a un ipoudente, anche lieve, risulta impossibile. Questo era il mio primo pranzo a 8 post impianto ero curiosa di sapere come me la sarei cavata...direi benino, sentivo quel che diceva chi stava all' altro capo del tavolo...peccato che c'erano anche i due nonni ad avere problemi di udito erano loro a non sentire me quindi il test "conversazione unica" è per il momento rimandato.

Ho passato una parte delle vacanze in Grecia dove ho ricominciato a parlare un pochino di inglese, dopo circa 20 anni. Niente di eclatante, salutare, chiedere e comprendere un prezzo, un'informazione stradale. Qualche parola quando la radio dell'isola traduceva alcune frasi in inglese. Una volta ho corretto la grammatica del mio compagno di viaggio mentre chiamava il taxi. Non posso certo dire per questo che ora parlo inglese ma, almeno, è un inizio! Ragionerò su uno dei corsi di lingua on-line che periodicamente la mia azienda mi offre?

La grande rivelazione di questo tempo, risultato gradito quanto inaspettato dell'impianto, è stata la radio. Quando ero adolescente mi piaceva molto ascoltarla, ma via via mi era divenuto sempre più difficile e avevo completamente dimenticato il piacere che si prova.
Anzitutto, la soddisfazione di riconoscere un interprete senza aver mai sentito la canzone: mi è capitato con Vasco Rossi! Il lettore mp3, anche in riproduzione casuale non darà mai lo stesso effetto, con brani inseriti a priori!
Poi ci sono le trasmissioni non musicali, alcune delle quali aprono davvero la mente e la conoscenza in maniera molto più approfondita di una trasmissione in tv, dove anche le più serie, documentari, approfondimenti giornalistici, veicoleranno sempre gran parte del proprio messaggio alle immagini. In radio invece c'è il trionfo (la rivincita?) della parola. Ho appreso davvero tante cose nuove tramite queste trasmissioni in queste settimane. Certo anche un libro può dare lo stesso "cibo" ma in radio...il piacere di ascoltare l'autore di un libro o di un personaggio famoso (la voce di Obama, davvero molto accattivante!), la pazienza di rispettare tempi prefissati dal curatore e non arrivare subito alle (proprie) conclusioni...è impagabile!

Continuano le telefonate, ho scoperto che mi piace davvero tanto chiacchierare, cosa che in fondo non mi era mai piaciuta neanche quando sentivo abbastanza bene, la ritenevo una perdita di tempo. Quante volte il mio ragazzo, divenuto poi marito, mi diceva che avrebbe voluto parlare di più con me (non che non parlassimo..il fatto è che dopo un quarto d'ora iniziavo a annoiarmi...). Adesso con un'amica che non sento da un po' posso parlare anche un'ora di seguito (e le mie figlie, che non sono abituate, non gradiscono particolarmente...).

Insomma non è solo fare cose che prima non facevo ma molto di più, scoprire aspetti mai immaginati prima della mia personalità, un'altra me stessa. Ho letto all'inizio di Agosto una frase in reportage di viaggio che a mio avviso riassume bene quanto mi è successo "Perdersi è la condizione ideale per ritrovarsi".

Piccola nota negativa: a mare non mi sono sentita completamente a mio agio. Mi era stato detto che potevo usare l'impianto sui capelli bagnati a patto di metterlo ogni sera nel deumidificatore ma ugualmente preferivo aspettare, quindi per un'oretta dopo il bagno ritornavo sorda. I ragazzi che giocavano a pallone o solo a racchettoni con le palle da tennis mi facevano un po' paura. Io stessa temevo a fare alcune attività, giocare a pallavolo in maniera un po' spericolata e fare tuffi in piscina. Avrei voluto chiamare i dottori per chiedere consiglio in merito ma, ha prevalso, insieme alla paura disturbare - anche i medici vanno in vacanza - , il pudore...mi vergognavo a dire che a 40 anni mi piace fare queste cose!

A proposito di dottori ho ripensato al rapporto con il Dottor R., da quando ci siamo conosciuti finchè non mi sono decisa all'intervento. Mi ha sempre detto che era certo che avrei avuto buoni risultati, così come è stato, in qualche modo la sua sicurezza mi ha aiutata a decidere ma si è sempre rifiutato di quantificare "Mal che vada sentirà i rumori" mi diceva. Riflettevo, non poteva forse essere più coraggioso nei miei confronti, spingersi un po' più in là con le previsioni? Non dovrebbero ormai avere casistiche sufficienti? Per esempio sul telefono non si è mai voluto sbilanciare, parlava di molti mesi per poter soltanto sperare...invece dopo 10 giorni dall'attivazione già telefonavo...Una via di mezzo? Dirmi qualcosa tipo "Sì credo che lo sentirà anche se non mi sento di dare la certezza assoluta", diverso, no? Sono forse una miracolata? No vedo più probabile un suo eccesso di prudenza.

Concludo con una noticella riguardo la logopedia che in qualche modo ho continuato con le bambine in questo periodo. Ho inventato due esercizi, uno, che piace a S. consiste nell'ascoltarla leggere, a bocca schermata, una piccola filastrocca e io devo poi darle un titolo, l'altro piace a P., scegliamo un criceverba facile, tipo quelli che escono nei quotidiani in questo periodo estivo, lei mi legge la definizione e io provo a indovinare la parola.